
Costa Volpino è a destra, ma la sicurezza, dov’è?
Alla cortese attenzione di Sindaco di Costa Volpino
Laura Manasse Cavalieri
c/o comune di Costa Volpino
24062 via Nazionale, 163
p.c. Redazione Araberara
Legambiente Lovere
Comunità montana
Venerdì 11 giugno 2010, verso sera, non fa caldissimo e dopo una settimana di lavoro
molti trovano in riva al fiume Oglio a Costa Volpino il luogo ideale per ritemprarsi facendo
un po’ di moto, godendosi la pista ciclopedonale che si snoda fra fiume, alberi e campi.
Per raggiungere la pista è disponibile un vasto parcheggio, a due passi dal quale comincia
la pista, lungo la quale ci sono famiglie intere a passeggio (pochissime le panchine),
mamme, bambini, giovani, anziani, cani, biciclette e… moto, motocross, per essere precisi
che sfrecciano allegramente fra le persone, che i motociclisti non abbiano visto il
visibilissimo cartello che riserva la pista a cicli e pedoni? Può darsi: parte della palizzata
divelta e l’accesso all’area dell’eliporto sono elementi poco dissuasivi per il passaggio dei
centauri. Del resto il parcheggio stesso non infonde sicurezza: rifiuti sparsi, detriti,
calcinacci, bottiglie, profilattici usati, cocci di vetro, numerosi cocci di vetro, di varie misure,
anche squadrati come quelli che si ottengono spaccando i finestrini delle auto, ma
naturalmente uno non pensa che questo degrado lo possa danneggiare se non per quanto
riguarda il suo senso estetico. Per chi come me viene da Ranica ed è abituato al lindore
della pista ciclopedonale del Serio, del parco di Torre Boldone, del parco della stessa
Ranica, il fastidio è immediato, ma limitato, appunto, al senso estetico. Sulla ciclopedonale
si può fare una bella corsa di 40 minuti con la propria ragazza, sufficienti per tornare alla
macchina, stanchi, ma felici, accolti dalla gentilezza di una coppia di compagni di sport i
quali, premurosi, chiedono se la macchina grigia sia nostra. Dopo lo sport si è sempre ben
disposti verso il mondo intero e si crede che lo stesso sia altrettanto ben disposto nei
nostri confronti, niente potrebbe turbare quest’idillico stato e quindi si pensa che vogliano
scambiare un cordiale saluto. Quale choc, quale sorpresa vedere quelle superficiali
impressioni di degrado riassunte nell’immagine della propria macchina con il finestrino
sfondato e la conseguente certezza che qualcuno è entrato nella tua intimità e l’abbia
violata infrangendo, oltre al vetro, anche il settimo comandamento (non rubare). Invece è
successo! In questo caso nel cittadino può scattare l’equivalenza: criminalità = fantasma
stranieri/diversi = mancanza di sicurezza sicurezza, ma non è il mio caso. Ecco perché,
caro sindaco, mi rivolgo direttamente a lei: non è pensabile rinunciare a difendere e a
mantenere luoghi di civiltà senza aspettarsi che l’inciviltà cresca e si trasformi in illegalità, e
questa rinuncia è una colpa e la causa del degrado che ne consegue. Il compito dei
carabinieri, gentili ed efficienti, è quello di combattere l’illegalità, ma quello di creare le
condizioni perché essa non si sviluppi spetta alle autorità civili. Personalmente, mi sento di
proporre delle soluzioni, che ho visto funzionare nelle zone dalle quali provengo grazie alla
maggiore attenzione dei suoi colleghi sindaci: i parchi pubblici possono essere
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