
Castro, 28 aprile 2011
Oggetto: Osservazioni alla Proposta di Rapporto Ambientale e alla Proposta di
Documento di Piano.
Le seguenti osservazioni vengono presentate da:
Legambiente Alto Sebino, Via Rocca 6 Castro
e firmate dal suo presidente Massimo Rota
e dal socio Bernardino Pasinelli.
Premesso che:
• sarebbe stato auspicabile formulare un Piano di Governo del Territorio, creando delle
sinergie con i comuni limitrofi di Fonteno e Riva di Solto in modo da ottimizzare la
pianificazione territoriale comprensoriale. Pianificazione che nello specifico avrebbe dovuto
affrontare il tema della reale crescita demografica del comprensorio per i servizi scolastici
e agli anziani, la moratoria nella costruzione di seconde case per dare qualità
architettonica e turistica e tutelare il paesaggio naturale e la viabilità veicolare,
ciclopedonale e del trasporto pubblico e privato, in particolare la regolamentazione del
transito motoristico sulla complessa rete dei sentieri che vanno via scomparendo
inghiottiti da un’edilizia disordinata.
• l’edificazione eccessiva, ormai una vera e propria cementifcazione della collina, è il tema
centrale per i cittadini di Solto Collina e deve essere il punto di partenza, il faro di tutti gli
interventi riguardanti la mobilità, l’edilizia e i servizi previsti dal Documento di Piano.
Fatte queste premesse presentiamo le seguenti osservazioni.
- Occorre limitare il consumo di suolo, proteggere l’habitat naturale, i terrazzamenti, i prati, gli uliveti, i vitigni e i
castagneti, frutto di una modellazione secolare del paesaggio e delle colture. - Occorre per questo realizzare con nuovo slancio il PLIS inserendo tra le aree protette, oltre al biotopo naturale
della Valle del Freddo che va valorizzato con più risorse e iniziative, la zona del Cerete, i castagneti e la zona
boschiva da Pesèr sino al monte Boer, e gli uliveti e i terrazzamenti che da Esmate degradano verso Zorzino e
Riva di Solto e la zona lacustre e turistica di Gre. - Occorre migliorare la mobilità territoriale e il transito pesante: per questo siamo contrari all’eccessiva espansione
urbana che prevede un’edificazione di oltre 30 mila metri cubi frutto di miraggio demografico e chiediamo una
moratoria netta alle nuove edificazioni, di ville a schiera che sembrano condomini o hangar, a meno che si tratti di
residenti con l’obiettivo che prima sia abitato l’attuale patrimonio edilizio invenduto e sfitto che secondo una stima
verosimile, che un Comune dovrebbe saper calcolare, corrisponde a circa 50 mila metri cubi di edifici vuoti e
addirittura al 30% di tutte le abitazioni; - Va reso prioritario la ristrutturazione, il riuso e l’abitazione degli alloggi siti nel centro storico dei diversi antichi
borghi che vanno preservati da interventi che ne stanno snaturando il carattere e la tipicità medioevali e che si
stanno lentamente svuotando con numerose case fantasma e senza vita; - Propendiamo per una forte azione di riqualificazione della viabilità che escluda nuove costruzioni nel centro storico
e nelle frazioni, ma che tenga conto delle nuove realtà urbane, come la zona Apostoli e Zorzino – una specie di
“Solto due”, disordinata nelle costruzioni e nei collegamenti viari e di illuminazione, evitando l’accesso viario di ogni
costruzione alla strada principale, ma ridisegnando la viabilità collettiva senza cancellare gli antichi sentieri e i
muretti a secco che vanno invece difesi e rivalorizzati. - Chiediamo che venga dato deciso impulso all’edilizia ecocompatibile con il sostegno all’adozione di fonti
energetiche alternativi e riciclabili e si predisponga un Piano dei Servizi e un Piano delle Regole finalizzato a
migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini, compreso la redazione di un vero e attento Piano Geologico, un
Piano Viario, un Piano Energetico, un Piano del Rumore e un Piano del Verde pubblico. - Proponiamo azioni specifiche per migliorare la qualità delle acque del lago, la verifica e l’adeguamento delle reti
fognarie e di depurazione, la separazione delle acqua bianche e nere, l’uso di vasche di acqua piovana per i
giardini, gli spazi pubblici e sportivi e la limitazione di ulteriori fonti d’inquinamento con l’interramento delle linee
elettriche nei centri storici.
Ciò premesso, esponiamo le seguenti considerazioni specifiche: - La Valle del Freddo e le zone del Parco Locale di Interesse Sovra comunale (PLIS) dell’Alto Sebino che è il più
esteso parco locale della Lombardia, deve essere chiaramente indicata come una risorsa da proteggere e valorizzare,
una vera risorsa su cui investire per la salvaguardi del territorio comunale, per l’abitabilità e vivibilità dei residenti e per
la qualità del turismo ambientale. Inoltre alcune aree del Comune di Solto Collina appartengono ad una Zona del Piano
Faunistico della Provincia di Bergamo di ripopolamento e cattura denominata “Monte Clemo” e l’Oasi di Protezione
“Lago di Endine-Cherio”, che pone particolari problemi di attenzione e protezione della fauna (cervi e rapaci diurni) e
delle specie di selvaggina protetta e in particolare la salvaguardia dei bufo-bufo. I vari rinvenimenti preistorici di
Esmate, in loc. Fopei e la presenza di un grande numero di rarità botaniche, dovono trasformare il Cerete in zona di
alto interesse naturalistico e archeologico e quindi da preservare da ulteriori insediamenti urbani e viari e dal traffico di
moto e veicoli che ne possono pregiudicare l’integrità.
Chiediamo un impegno prioritario e sostanziale per valorizzare e proteggere la Valle del Freddo e la zona limitrofa,
impedendo l’inquinamento dei cartelli pubblicitari che falcidiano la statale del Tonale e un deciso sostegno alla sua
valorizzazione con attività naturalistiche e didattiche, in sintonia con la Comunità Montana e l’ente gestore. - La zona dei castagneti a nord-ovest verso Fonteno e Piagaiano va tutelata e protetta da edificazioni nuove,
consentendo la ristrutturazione di cascinali che devono rimanere cascinali e non trasformarsi in edifici enormi, dalle
volumetrie eccessive e mostruose; per questo occorre favorire le attività agricole e zootecniche, la coltivazione dei
piccoli frutti e le iniziative agrituristiche purché bene calibrate sull’uso rispettoso del territorio e sulla sua protezione. - Occorre valorizzare i terrazzamenti, i muri a secco, i vecchi sentieri e le colture locali della vite e degli olivi che
degradano verso Zorzino e Riva di Solto, anche con incentivi ad hoc, insieme con gli altri enti locali e sovra comunali. - Riequilibrare la zona tra il nuovo Oratorio, gli impianti sportivi, le aree verdi e l’abitato di Solto Basso con una
particolare attenzione alla zona artigianale e industriale che va valorizzata non oltre l’attuale superficie, dato che vi
sono dei capannoni tuttora vuoti e inutilizzati. - L’anfiteatro naturale delle doline del Cerete, spesso oggetto di insediamenti edilizi, a volte male inseriti, ed in
passato persino oggetto di un progetto di “lago artificiale” per una centrale idroelettrica di pompaggio, va riqualificato in
modo preciso come “area protetta naturalistica” affinché non vi siano in futuro minacce alla sua integrità paesaggistica. - Siamo contrari all’alienazione del patrimonio comunale anche se avesse l’obiettivo della costruzione di una nova
scuola, poiché è stata da poco ampliata e la sua necessità è da valutare sul reale sviluppo demografico di una
comunità che conta meno di 10 nati all’anno e non sono ipotizzabili improvvise impennate demografiche senza un vero
sostegno alla famiglia da parte del Governo e del Comune; le risorse finanziarie comunali vanno gestite con maggiore
razionalità e programmazione in modo da rientrare nel patto di stabilità attraverso una oculata gestione delle entrate
attuali. Anche in questo si vede la capacità di un buon amministratore, in grado di non indebitarsi con progetti eccessivi
e di garantire i servizi, mantenendo al meglio il territorio e la viabilità a cui va richiamata anche la Provincia, specie per
l’asfaltatura della strada principale ormai diventata una strada per “fuoristrada”. Oltre all’indefinito parametro
demografico, l’aumento delle costruzioni fa riferimento ad un ancora più indefinito aumento del turismo, per cui non si
capisce qual sarà il numero dei non residenti delle seconde case e quello dei turisti veri e propri di Solto Collina. - Al fine di diminuire i vari tipi di inquinamento (atmosferico, da rumore, incidentalità ecc.), si auspica una migliore
razionalizzazione della viabilità fra Solto Basso, Esmate e le antiche frazioni, previo l’apposizione di sensi unici e il
miglioramento della viabilità interna dei vari borghi con attenzione a diminuire gli sbocchi viari e gli accessi privati sulla
strada principale e/provinciale.
A sostegno di questa ipotesi, andrebbe attuata la percorribilità meccanizzata dei livelli, finalizzata a raggiungere le aree
che degradano verso il lago e dei parcheggi per camminate ed escursioni, un trasporto pubblico locale migliorabile e
una politica viaria di incentivazione dello spostamento pedonale e del recupero dei vecchi sentieri.
Esprimiamo inoltre la nostra contrarietà ai progetti per una strada che da Esmate raggiunga Pianico e Castro, che
riteniamo del tutto inutile, costosa e con varie problematiche geologiche, idriche, ambientali e paesaggistiche che ne
conseguono. Per altro andrebbe ad intaccare una zona che dovrebbe essere inclusa nel PLIS. - E’ auspicabile, visto l’esposizione soleggiata di Solto, che tutta la nuova edilizia sia improntata sull’ecosostenibilità.
In questi anni si sono raggiunti livelli costruttivi che permettono non solo la realizzazione di “costruzioni passive”, ma
anche di“costruzioni attive”, che consentono di scambiare, ad esempio l’energia prodotta in surplus.
Per realizzare questi interventi è inoltre possibile operare incentivazioni che si auspica vengano inserite nel Piano delle
Regole, in particolare per facilitare le ristrutturazioni dei centri storici dei vari borghi. - Riteniamo estremamente necessario che nel Piano dei Servizi vengano adottati specifici indirizzi per migliorare
la qualità della vita. Auspichiamo che venga dato un forte impulso al completamento della separazione delle reti
fognarie e il convogliamento all’impianto di depurazione consortile, degli scarichi fognari, specie delle case sparse.
Inoltre, suggeriamo di dare un forte impulso al progetto di unire le forze di tutti i Comuni rivieraschi, con lo scopo di
lavorare al miglioramento della qualità delle acque del Lago d’Iseo e dei torrenti che scaricano a lago. - Appare poco motivato che nel nostro territorio non esistano centraline e campagne di monitoraggio della qualità e
inquinamento dell’aria. Infatti questa mancanza attesta solo che nel Comune di Solto Collina non vi sono strumenti per
rilevare i problemi legati all’inquinamento atmosferico. Come dire che, per non essere ammalati, basta non sottoporsi
agli esami medici preventivi. Quali sono gli scarichi in aria del traffico, delle caldaie, delle attività industriali? Quasi sono
gli scarichi nell’acqua, nella rete idrica e fognaria e nel terreno. Il PGT di Riva di Solto e Fonteno ha analizzato i dati
dell’inquinamento rilevati dalle centraline di Tavernola Bergamasca. - L’accertata presenza del radon sul nostro territorio deve essere monitorata con più attenzione, in collaborazione
con l’ASL, e sopratutto deve essere recepita in un regolamento edilizio coerente e più rigido, per evitare l’esposizione
della popolazione a questo gas pericoloso per la salute, facendo campagne di rilevazione in tutte le abitazioni, magari
con un apposito contributo comunale, e con informazioni formative nella scuola e verso tutti i cittadini. Non basta aprire
ogni ora le porte di un’aula per far scomparire il problema, che invece va prevenuto e controllato con grande
responsabilità verso la salute di tutti i cittadini, e non solo per le scuole materne, poiché secondo l’ASL di zona i valori
di radon sarebbero molto al di sopra di quelli normalmente ammessi. Occorre l’adozione di un regolamento edilizio che
imponga misure idonee per eliminare la presenza di costruzioni con amianto e per ridurre l’inquinamento del radon,
dotando ogni costruzione, specie quelle pubbliche, del certificato di qualità e delle misure costruttive necessarie per il
contenimento del radon che da noi è diffuso in dosi tali che qualche Comune vicino, per dire che sul suo territorio il
radon è poco significativo, dice che non è come a Solto Collina. In particolare occorre un’azione di monitoraggio
continuo sulla presenza del radon e la formazione e informazione ai cittadini sull’eliminazione dell’amianto e sul
contenimento del radon. Insomma serve una campagna di censimento e quindi di messa in sicurezza, bonifica e
smaltimento anche dell’amianto – eternit e cemento amianto, con verifica delle coperture e delle tubature pubbliche,
industriali e civili del nostro territorio. - La mancanza di dati sull’inquinamento acustico è il segno che il Comune di Solto Collina non si è fatto carico di
avere un “Piano di zonizzazione acustica”, nonostante le sollecitazioni dei cittadini e non certo perché l’area non è
sottoposta a livelli di rumore che possano provocare disturbo o fastidio”. Anche qui vale quanto detto per il mancato
monitoraggio dell’inquinamento dell’aria. Il PGT dovrebbe colmare anche questa lacuna, altrimenti sarebbe
un’operazione tutta teorica e un inutile dispendio di risorse. La previsione di nuovi insediamenti nel centro storico, che
sono già in fase di costruzione, come l’ex oratorio, e dei “piani di contenimento e sviluppo turistico” nelle altre zone,
insieme al pericoloso traffico pesante, sono un’altra fonte di innalzamento del traffico e dei suoi rumori in tutto il paese. - Non vi sono dati disponibili sui consumi di energia, se non quelli pubblici comunali, che ci pare ben poca cosa per
un vero Piano di Governo del Territorio. Ovviamente questo non consente di fare scelte decise verso l’adozione di fonti
energetiche alternative, sia nell’edilizia privata che in quella pubblica che dovrebbe fungere da esempio per il privato.
Per questo servirebbe uno scambio di collaborazione con i Comuni che hanno saputo adottare politiche energetiche
alternative e innovative come ad esempio Seriate, Canzo e Dobbiaco, tanto per fare qualche nome illustre. - Problema sottovalutato del pericoloso inquinamento delle acque del lago. Si richiama ad una maggiore attenzione
alla qualità dell’acqua potabile non solo alla fonte, ma anche nei bacini nelle stazioni di pompaggio e soprattutto a
monte delle conduttore per verificare infiltrazioni, inquinamenti e perdite. Nessuna presa di posizione viene avanzata
sulla differenziazione tra acque bianche e nere, sugli incentivi ai bacini di recupero dell’acqua piovana per bagnare i
giardini, ecc. - Occorre monitorare la raccolta differenziata dei rifiuti per renderla sempre maggiore e per informare i cittadini sul
suo andamento. La discarica non fa una bella presentazione all’ingresso del paese che vuole essere “località turistica”,
specie a chi vi entra dalla statale del Tonale. Oltretutto la strada di accesso non è asfaltata ed è piuttosto disconnessa.
Oltre a potenziare la raccolta differenziata anche per le seconda case, occorre rivedere la tariffazione premiando chi fa
una raccolta diretta dell’umido, non penalizzando chi abita grandi edifici e favorendo le persone anziane e sole che
vivono, magari introducendo una tariffazione a peso. Si potrebbe addirittura ipotizzare una tariffa su quattro fasce in
base alla popolazione residente. - Gli obiettivi di protezione ambientale rischiano di essere puramente teorici, senza alcuna concreta e fattiva misura
che incida sul territorio e la sua dissennata e disordinata urbanizzazione, con un centro storico suddiviso in piccoli
borghi che stanno perdendo la loro identità storica e sociale e sono caratterizzati da numerosi edifici vuoti e fatiscenti,
persino pericolanti, tanto che le ricadute ambientali del PGT sono per la maggior parte negative e quelle poche positive
sono da verificare poiché la loro fattibilità è lasciata agli atti futuri, da adottare “strada facendo”, sperando che non si
trasformino nel “pio desiderio” della fase di controllo attuativo, prevista con i “Rapporti di monitoraggio annuale” durante
i quali sarà difficile porre rimedio alle errate valutazioni del Piano. Infatti alcuni obiettivi di recupero di volumetrie,
sottotetti e aree degradate e dismesse, rischiano di trasformarsi in un boomerang pericoloso che va ad aumentare
un’edificazione priva di vincoli, snaturando ancor più l’identità dei nostri borghi medioevali. L’obiettivo corretto è quello
di recuperare l’edificato esistente e in particolare l’invenduto e lo sfitto, ma senza stravolgimenti e nuove edificazioni.
Magari con contributi ad hoc per facilitare recuperi e ristrutturazioni, fissando un limite preciso nelle volumetrie.
Occorrono questi atti concreti.
- Riordinare la viabilità in generale, cercando di limitare gli accessi carrai e quelli delle strade secondarie e facendo il
possibile per evitare nuovi accessi sulle strade principali. Perciò occorre anche controllare il traffico in generale, ma in
specifico quello pesante e dei motorini, con servizi consorziati di vigilanza sul territorio, come quelli già sperimentati
negli anni scorsi, ma poi abbandonati. - Riqualificare, mantenere ed attrezzare i giardini e i parchi pubblici per renderli fruibili, in particolare per i giochi dei
bambini e il ritrovo di tutti. - Ripensare alle strutture pubbliche di servizio, in particolare le scuole e la Biblioteca, affinché sia aperta tutti i giorni, il
sabato e magari qualche sera e qualche domenica, per favorire la socialità e le attività ricreative e culturali per bambini,
giovani e anziani. In particolare occorre dotare il Comune di una sala auditorium con teatro-cinema che manca in paese
e su tutta la collina di Solto. - Ripristinare i vecchi sentieri e la viabilità minore a fondo sterrato, mantenendo i muretti a secco e ripulendo le siepi.
- Predisporre degli itinerari di escursionismo sportivo e culturale per valorizzare le nostre risorse in collaborazioni con la
parrocchia, gli Alpini, la Protezione Civile, l’Unione Sportiva, gli operatori turistici e le associazioni del territorio.
Inoltre si consiglia di consultare un tecnico agronomo, uno zoologo e un botanico, come fatto da altri comuni montani,
per indirizzare l’agricoltura e le colture locali, la zootecnia e i giardini pubblici e privati verso un’aderenza alla storia del
nostro territorio, per non piantare essenze estranee al nostro territorio come le palme,, perché il nostro non è un
territorio “esotico”, ma zona lacustre subalpina in cui le essenze da coltivare dovrebbero essere quelle tipiche dei nostri
laghi insubrici, ed il territorio potrebbe essere arricchito da castagneti, viti, oliveti, limonaie o piante simili.
Infine il PGT non tiene conto delle norme e delle indicazioni del PTR per i laghi insubrici come il nostro Lago d’Iseo,
soprattutto non ha recepito la zona di rispetto della riva del lago chiaramente delineata in quello strumento che obbliga
a norme più severe in fatto di nuove edificazioni e preservazione dell’ambiente naturale.
Per le ragioni esposte, chiediamo all’Amministrazione Comunale l’accoglimento delle osservazioni sopra illustrate.
Dichiariamo fin d’ora la disponibilità a fornire qualsivoglia chiarimento in merito.
Distinti saluti
Il socio di Legambiente Alto Sebino
BERNARDINO PASINELLI
Il Presidente di Legambiente Alto Sebino
MASSIMO ROTA
Leave a Reply