Rapporto nazionale sul consumo di suolo

IN LOMBARDIA SEGNALI PREOCCUPANTI DALLE PROVINCE DELL’EST
LA DOMANDA DI SUOLI DA TRASFORMARE SEMPRE PIU’ LEGATA ALL’IMMOBILIARE LOGISTICO
LA DENUNCIA DI LEGAMBIENTE “NEI PIANI PROVINCIALI LA POSSIBILITA’ DI USARE IL CONSUMO DI SUOLO
COME MERCE DI SCAMBIO”

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Oggi a Roma ISPRA ha presentato il rapporto annuale che fotografa la situazione delle trasformazioni territoriali in
Italia, con dati di estremo dettaglio, comune per comune. Dalle pieghe del rapporto emergono segnali di
cambiamento, dopo una lunga fase di rallentamento legato soprattutto alla crisi del settore delle costruzioni.
La Lombardia, complessivamente, non può che confermare il suo piazzamento al primo posto dell’infausta classifica
nazionale del consumo di suolo, con i suoi 287.000 ettari di superficie ormai impermeabilizzata da cemento e asfalto:
il 2019 ha portato una perdita di altri 642 ettari agricoli convertiti in superfici urbanizzate, un dato in linea con quelli
precedenti, ma che rappresenta la classica media del pollo tra contesti provinciali molto differenti, in cui si distinguono
province del settore nord occidentale, in cui i dati sono in rallentamento, a partire da Lecco, di gran lunga la più
virtuosa tra le province lombarde: insieme a quella di Milano che ha avuto una ‘crescita zero’ del consumo di suolo
nel 2019, si tratta delle buone notizie, che dimostrano, nei fatti, che è possibile avere una buona qualità della vita e
dell’economia senza sacrificare la risorsa naturale.
Al contrario, la fascia della bassa pianura, quella con i terreni più fertili e ben irrigati, continua a lamentare perdite
severe: se nel decenni 2010 erano soprattutto le province di Milano, Lodi e Pavia ad accusare le perdite maggiori, ora i
dati più allarmanti giungono dal settore sud-orientale della regione, in particolare dalla pianura delle province di
Brescia, Mantova e Bergamo. In queste sole tre province infatti si concentrano perdite per 355 ettari di suolo nel
2019, il 55% del totale regionale.
Dati provinciali di urbanizzazione complessiva del territorio e di nuovo consumo di suolo
Elaborazione Legambiente su dati ISPRA

Gran parte dei nuovi stock di consumi di suolo in queste province deriva da nuove realizzazioni di compound logistici e
centri di smistamento del commercio digitale, che richiedono grandi superfici e che, quasi sempre, atterranno su
terreni liberi su cui sia possibile assemblare capannoni da consegnare nel più breve tempo possibile alla committenza.
‘Si tratta di un business immobiliare che deliberatamente trascura i sedimi dei tanti capannoni abbandonati lasciati a
deperire spesso di fianco ai nuovi centri logistici – dichiara Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente –
una situazione generata dalla inadeguatezza del sistema delle regole necessarie ad arginare un fenomeno che ha molti
connotati speculativi’.

La denuncia di Legambiente si appunta in particolare sulla provincia di Bergamo, che si accinge ad approvare il PTCP,
piano territoriale di coordinamento provinciale, che prevede meccanismo particolarmente velenoso per il libero
scambio di quote di consumo di suolo, tra i comuni anche non contigui della Provincia. Tutti i Circoli Legambiente della
Provincia di Bergamo depositeranno questa settimana osservazioni al PTCP per neutralizzare/mitigare la portata di
tale meccanismo che di fatto aggira e annulla l’obiettivo e lo spirito della Legge Regionale 2014, n. 31 contro il
consumo di suolo. “Lamentiamo una generale caduta di sensibilità degli amministratori locali sul tema della tutela del
suolo, e il PTCP di Bergamo suona un campanello d’allarme nel momento in cui di fatto contempla diritti, scambiabili
tra comuni, di consumare suolo, in pratica trasformando il suolo in moneta circolante. Così si rischia di innescare una
spirale pericolosissima, a cui ci opporremo in ogni modo” dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente
Lombardia.

aumenti di consumo di suolo nelle province lombarde
incrementi relativi dell’anno 2019 e del periodo 2019-2012

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Rassegna Stampa

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