
MILANO, 11 NOVEMBRE 2016 COMUNICATO STAMPA
Goletta dei laghi di Legambiente
DOSSIER MICROPLASTICHE: NEL SEBINO E VERBANO LE PIU’ ALTE CONCENTRAZIONI
Legambiente: “Mancano sistemi di depurazione efficienti e serve una maggiore consapevolezza
nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti domestici e delle attività produttive”
La plastica minaccia le acque dei nostri laghi. A rivelarlo sono i risultati dei campionamenti
effettuati nel mese di luglio dall’equipaggio di Goletta dei laghi, la campagna itinerante di
Legambiente – realizzata in collaborazione con COOU, consorzio obbligatorio degli oli esausti e
Novamont – che da 11 edizioni denuncia le principali criticità che minacciano i bacini lacustri
italiani. Nel Sebino, Lario, Verbano e Benaco per la prima volta in Italia, accanto al monitoraggio
della presenza di inquinamento da batteri di origine fecale, è stato condotto anche un
campionamento di microplastiche. I campioni prelevati dell’equipaggio di Goletta dei laghi nei
principali laghi del nord Italia sono stati sottoposti a indagini di laboratorio e hanno rivelato la
presenza di microparticelle plastiche in tutti i prelievi effettuati. I laghi in cui sono state trovate
più particelle sono l’Iseo e il Maggiore, con valori medi di densità di 40.396 e 39.368 particelle su
chilometro quadrato di superficie campionata, seguiti dal lago di Garda con 25.259 particelle su
chilometro quadrato. La sezione lacustre a maggiore densità di microlitter è risultata la porzione
del Verbano che va da Arona (No) ad Angera (Va), zona in cui confluiscono le correnti verso
l’uscita. Mancano all’appello i risultati relativi all’indagine effettuata sul Lario, ma fattori inficianti
hanno reso impossibile l’utilizzo in laboratorio dei campioni raccolti nell’estate 2016.
“È con grande soddisfazione che presentiamo i risultati di questo lavoro che per la prima volta
aggiunge alle analisi microbiologiche un’indagine mirata a rilevare la presenza di questi rifiuti
molto pericolosi per l’equilibrio degli ecosistemi lacustri – sottolinea Barbara Meggetto,
presidente di Legambiente Lombardia – Purtroppo i corsi d’acqua continuano ad essere
incessantemente sul banco degli imputati: l’Oglio sul Sebino, l’Adda sul Lario, i torrenti Bardello,
Acquanegra e Boesio sul Verbano, il Bolletta sul Ceresio e per finire il Maguzzano sul Benaco. Quasi
sempre pesano la mancanza di infrastrutture fognarie dei comuni dell’entroterra o
l’inadeguatezza dei depuratori per il troppo carico antropico”.
L’intero progetto è stato possibile grazie alla collaborazione scientifica di Enea (l’Agenzia nazionale
per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell’Università Ca’ Foscari
di Venezia, con le quali Legambiente ha studiato un protocollo specifico per i laghi, adattando il
modello fino ad oggi impiegato solo nei mari, utilizzando una particolare strumentazione dotata di
una rete a maglia ultrafine in grado di catturare le microparticelle. Una novità importante che ha
consentito di costruire un’attenta analisi delle microlitter presenti nell’acqua e realizzare il primo
studio sullo stato d’inquinamento dei laghi italiani per quanto riguarda questa tipologia di
sostanze.
Contestualmente alla conta numerica sono stati raccolti anche i dati sulla forma delle particelle,
che fornisce indicazioni sulla possibile natura delle microplastiche trovate, nella maggior parte dei
casi di origine secondaria, in quanto provenienti dalla disgregazione dei rifiuti di maggiori
dimensioni come packaging, cordame, fibre tessili sintetiche, imballaggi. Tra quelli di origine
primaria invece troviamo I pellet, microparticelle di forma sferica, che rappresentano la materia
prima per tutte le aziende che producono oggetti di plastica.
“La presenza di microplastiche nei laghi è la dimostrazione che innanzitutto manca anche una
cultura della gestione dei rifiuti. Troppo spesso vengono gettati negli scarichi oggetti che
andrebbero smaltiti nella spazzatura. Il cambiamento passa soprattutto attraverso la maggiore
consapevolezza dei singoli che i propri comportamenti quotidiani hanno effetti globali. Inoltre in
molti casi nei porti sulle sponde dei laghi mancano servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti dei
diportisti. I dati dello studio di Legambiente rappresentano uno stimolo per le amministrazioni
locali anche per intervenire sulla sensibilizzazione di residenti e turisti verso l’adozione di buone
pratiche”, conclude Barbara Meggetto.
I RISULTATI DEL MONITORAGGIO
SEBINO
Il lago d’Iseo presenta una densità di media di oltre 40mila particelle per chilometro quadrato. La
maggiore concentrazione di microplastiche è stata riscontrata in corrispondenza del transetto più
a nord, che ha intercettato molto probabilmente i materiali portati attraverso il fiume Oglio dalla
Val Camonica e dallo sfioratore comunale di Pisogne, due punti risultati cronici per quanto
riguarda l’inquinamento da mancata depurazione.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Iseo Maggiore Garda Bolsena Albano
Distribuzione percentuale per lago
delle microplasQche per Qpologia
altro
pellet
polistirolo
foglio
@ilamento
frammento
70,1
6,8
7,2
14,3
Microplastiche per tipologia 1,4 0,3
frammento
@ilamento
foglio
polistirolo
pellet
altro
VERBANO
II campionamenti sul lago Maggiore si sono concentrati nella parte meridionale del bacino. La
densità media delle microparticelle presenti è pari a oltre 39mila per chilometro quadrato.
La maggiore densità di particelle su chilometro quadro è stata riscontrata nel transetto che
intercetta la foce del torrente Vevera e la zona ad alta densità antropica di Arona e Dormelletto
che, come individuato dai monitoraggi di Goletta dei laghi, presentano problemi di depurazione.
BENACO
Il lago di Garda presenta una densità di media di oltre 25mila particelle per chilometro quadrato.
Le stazioni a maggiore densità di particelle su chilometro quadro sono due: quella che intercetta la
porzione a nord più stretta del bacino, che subisce l’influenza degli apporti del fiume Sarca e dei
torrenti Varone e Arbola e quella posta a sud nell’area più prossima alla costa bresciana, sulla
quale insistono zone in cui la Goletta dei Laghi riscontra da anni presenza di scarichi non depurati
(Padenghe sul Garda e Desenzano del Garda).
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